giovedì 8 novembre 2018

EUXIT?


EUXIT?





Voglio accennare una risposta alla proposta “Manifesto per un’Europa Nuova” del 1999 e ieri ripubblicato (cfr. https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2018/11/07/un-vecchio-scritto-1999/).

Quando questo documento veniva scritto avevo sei anni, ed è ancora completamente valido adesso che ne ho venticinque. Ciò che è cambiato, anzi completamente esaurito, è il sistema stesso in cui ci ritroviamo a vivere.
È vero che il sistema figlio della mentalità attuale è stato imposto e si continua ad imporre nascondendolo “in piena luce”, come insegna Poe, ma anche il primo dei 36 Stratagemmi della saggezza militare cinese, “Attraversare il mare per ingannare il cielo”. Una volta che si capisce che la mentalità moderna è una vera e propria mutazione antropologica installata sull’uomo, sembra quasi scontato e banale che la coercizione non venga percepita, e neppure l’inasprirsi di tale coercizione, nonostante il grosso e lungo lavoro su sé stessi che si è reso necessario per percepire tale stato dei fatti.
Il nodo principale è comunque l’eliminazione della necessità dell’uomo da parte della tecnica. E mi si scuserà se salto direttamente al punto centrale, e non sto qui a elaborare elegantemente il mio pensiero (cosa che apprezzo molto quando mi ci imbatto), ma sono cresciuto in un’epoca in cui si parla parla per non venire mai al succo, per non concludere mai niente, che a parlare siano politici o gente che vuole essere decipiata su qualche social network.
In un servizio da qualche parte vedevo che la Kodak aveva 20.000 dipendenti fino a qualche anno fa (il dato non è preciso ma l’ordine di grandezza sicuramente sì) mentre Instagram attualmente ne ha solo 20. Ecco il risultato della tecnica: un’azienda che genera più fatturato della Kodak con l’un per mille dei suoi dipendenti, e in più con la capacità di mutare le abitudini più quotidiane degli esseri umani che una pur rispettabile industria di rullini fotografici se la poteva sognare.
Ma come, lo scopo dell’imprenditoria e del mercato libero non era di creare ricchezza? Alt, è di creare valore, stando alle idee aggiornate ad oggi, e si intende precisamente valore per chi la ricchezza già ce l’ha. Se pensate che sia diverso, siete fuori. Mi dispiace ma c’è poco da parlamentare.
Quindi alle contro-élite economiche fondamentalmente non serve che ci siano tutti questi esseri umani. E se non si pensa a uno sterminio di massa, di certo però implica che anche se la povertà dovesse iniziare a dilagare questo non cambierebbe di una virgola le intenzioni della classe dirigente globale.
Fino a ieri l’obiettivo di piena occupazione era funzionale al consenso del sistema, ora non più.
Ecco la verità. Vi piace? No. Tutti a ribellarvi? Ah ah ah. Pecorelle.

L’idea scritta nel Manifesto è quella di creare un organismo istituzionale in grado di porre un argine alla deriva liberista mediante una istituzione che torni a dirigere settori strategici dell’economia, che portino almeno al risultato di preservare uno stile di vita non barbarico in Europa (qui ovviamente si pensa all’Europa soprattutto). In realtà è una richiesta di buon senso, visto lo stato attuale delle cose.
Il ritorno dei nazionalismi è infatti una maschera per il ritorno di quei settori dell’economia “reale” che stanno venendo fagocitati dal sistema di scambio virtuale e simulato di oggi. Infatti non esistono più nazioni e stati su cui appoggiarsi, per cui non sarebbe neanche corretto parlare di nazionalismo; si tratta infatti, citando, di una specie di Lega Anseatica che prende il timone di uno stato, per opporsi egli effetti dissolventi della globalizzazione (un tantino in ritardo però). Questo sono i vari Trump e Brexit, non di certo voluti da una classe dirigente statalista e autoritaria, ma da settori dell’economia reale – questo a testimoniare ancora di più che la politica non conta niente, ché anche una risposta volta a stoppare l’emorragia di potere dalla politica all’economia viene dall’economia, seppur e non a caso da quella più ancorata al dato reale e vicina alle istituzioni politiche.
Anche in Italia il fenomeno Lega secondo me rientra in questa ondata, in quanto raccoglie le istanze di quei fattori produttivi che sarebbero più danneggiati da un ulteriore calo di domanda interna, dietro una maschera sovranista che ne consente l’appiglio emozionale in fase elettorale. Quindi dietro ci sono comunque gli interessi dell’economia del Nord, nonostante la dicitura sia caduta per il medesimo motivo.
L’altro “fenomeno” italiano, il Movimento 5 Stelle, lo reputo anche più pericoloso. Hanno raccolto tutto il malcontento della popolazione, e il suo ex leader carismatico, Beppe Grillo, è un tecnofeticista con visioni ecologiste. Ora che è in secondo piano, può permettersi di “buttare le zippe”, lanciare piccoli messaggi come per dire “iniziate a entrare nell’ottica che...”, coi suoi spettacoli introduce tematiche non tanto percepite in Italia, soprattutto inerenti al ruolo messianico della tecnologia e della venerazione spropositata e compensativa dell’ambiente.
In pratica, il “partito della ribellione” che ha il 30% dei consensi si fa portatore delle istanze più egoistiche e minoritarie che attualmente ci sono sul pianeta.
E allora davvero ergo decipiantur, si rimane basiti. Di un basiti che se non sai da dove viene questa ignoranza (nel senso di avidya) fatichi a reggere la realtà.
Quindi, si diceva, in questo scenario la creazione di un’istituzione o la trasformazione ad esempio dell’Autorità garante della Concorrenza potrebbe effettivamente rappresentare un argine. Ma come imbriglio il sistema bancario, costringendolo ad esempio a eseguire un ordine o una manovra che vada in senso dirigista a discapito della finanza? Per questo c’è bisogno necessariamente della sponda politica, che per quanto spogliata potrebbe ad es. con il ricatto di non ricapitalizzare in caso di necessità, costringere l’asse finanziario se non altro a concedere una tregua. Un’alleanza tra l’istituzione simil-MITI e il governo potrebbe in questo senso ritrovare un piccolo spazio in cui operare.
Sullo stato comatoso in cui si trovano le forze progressiste e storicamente europeiste, non mi esprimo proprio: Cacciari al forum PD di una settimana fa a Milano gliele ha cantate sonoramente, annunciando loro che verranno spazzati via: non tifo affatto dissoluzione, personalmente, ma il sassolino dalla scarpa me lo caccio volentieri.
Anche perché la mentalità utilitarista-umanista (cfr. M. Benasayag) sulla cui polarità si regge l’attuale sistema, per cui si alterna il consumismo al progressismo dei “valori buoni” anzi buonisti, è portata avanti tranquillamente da Google, Apple, Amazon, Facebook e altri giganti che di certo non hanno più bisogno del politico.
Se si vuole rifondare l’Europa su questi pseudovalori, immagino che a breve anche questo tentativo di unione sarà stato vano. Fallimento contenuto in germe fin dalla nascita però.

C’è anche da riflettere che questo scontro tra politica, economia e società civile non ha tanto senso, perché si indebolisce l’anello esterno della società, mentre il cerchio più interno che ora ha in mano il potere decisionale, i sopracitati “Giganti della Tecnica”, non ne vengono scalfiti. Anzi, si vedono fatto il lavoro sporco (che poi contribuiscano pure, è altro discorso).
Che poi, in realtà, non è affatto vero che siano loro il cerchio più interno...

9 commenti:

  1. Grazie del dialogo. Alcuni commenti e suggerimenti. Sì, è il System che si è esaurito, ma non per questo ha diminuito la sua forza, infatti son ancor più deboli quei pochi che – davvero, non i sogni neonazionalisti – gli si son opposti. Sì, è una mutazione antropologica, da pochi – davvero – contrastata, senza dimenticar chi ha cercato di usare la modernità “malgré elle meme”, ma la modernità non si può modificare: essa fa parte delle cose fisse, immodificabili. La lezione del XXI secolo è questa. Si è tornati al XIX, quando la modernità era una sola, prima che “comunismo” e “fascismi” ne tentassero un cambiamento dall’interno, fallendo, per la motivazione che s’è appena detta e che non potrebbe esser più chiara e lampante, quanto la meno vista. La modernità è irriformabile. La si può solo superare. Ma oggi anche questo è impossibile perché manca “l’uso dei contrari” che Sri Aurobindo diceva unica via per poter uscire dal mondo moderno. Oltre ad un “intervento diretto” dall’Alto del quale non v’è traccia da due secoli e del quale continuerà a non esservi alcuna traccia. “Il nodo principale è comunque l’eliminazione della necessità dell’uomo da parte della tecnica”, sì, è la **chiave di volta**, **voluta**, sin dal principio, del “sogno della tecnica”, il sogno degli Ure e dei Babbage, all’epoca impossibile da realizzarsi concretamente, ma già presente. Per esempio, fu fatta una macchina che funzionava esattamente come i computer, ma era su base meccanica: stava in un intero palazzo ed aveva costi altissimi. C’era l’idea, non la tecnica concreta. Oggi c’è anche quest’ultima. Intanto, l’intenzione non si è modificata: piccolo “particolaruccio” d’infimo valor e fastidioso ….




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    1. Ma veniamo al punto. Ordine di grandezza fra Kodak ed Isragram, esatto, è il punto. “Ma come, lo scopo dell’imprenditoria e del mercato libero non era di creare ricchezza? Alt, è di creare valore, stando alle idee aggiornate ad oggi, e si intende precisamente valore per chi la ricchezza già ce l’ha. Se pensate che sia diverso, siete fuori. Mi dispiace ma c’è poco da parlamentare.” Non vi è nulla di cui parlamentare, la politica è sottozero su **ogni** meccanismo fondamentale, però vuole ancora il voto. E che cos’è, allora, se non simulazione?? “Personalmente”, non mi sento di partecipare a questo gioco. “Quindi alle contro-élite economiche fondamentalmente **non serve** che ci siano tutti questi esseri umani”, esatto, ma *********non vogliono********* alcuna “eliminazione fisica” del genere umano! Chi pensa questo sta nelle sciocchezze dei “complott®ittsti”, si vuole solo la schiavitù generalizzata, **non** - di nuovo, per favore, non cadete su ‘ste sciocchezze – la schiavitù del desiderio **parzialmente** realizzato, non dunque né Hitler né Stalin. Che per loro è cosa buona e giusta. Stop. E “se la povertà dovesse iniziare a dilagare questo non cambierebbe di una virgola le intenzioni della classe dirigente globale”, esattamente: non gliene può fregar di meno. Ognuno è stato rimesso di fronte alle sue responsabilità, come diceva Baudrillard negli anni **Ottanta** del secolo scorso. Tranne, ed è un altro fastidioso piccolo particolare, chi ha deciso che tutti gli altri dovessero essere rimessi di fronte alle loro responsabilità, d’inventarsi un lavoro o non lavorare affatto. Perché il lavoro non conta, quel che conta è il capitale, scopo dell’imprenditore non è produrre, ma produrre per acquisire “valore”, dicesi oggi, ma ci si dimentica che trattasi del solo valore **di scambio**, non “d’uso”, valore quantitativo, e non qualitativo. L’acqua è qualitativamente superiore ad un telefonino di ultima (de)generazione, ma il valore - **di scamio** - che ci puoi far su è infinitamente inferiore al telefonino d’ultima (de)generazione, eppure, senz’acque non c’è vita. Deduzione: nel System il valore della vita è inferiore al valore di scambio. Ecco le cose che dovrebbero dire, pur essendo logica irrefutabile, sennò l’acqua avrebbe maggior valore del telefonino. Quel che ha mantenuto il patto in atto è stato il compromesso del dopoguerra (II Conflitto Mondiale), rottosi a partire dagli anni Ottanta o fine Settanta, per l’appunto.

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    2. “Fino a ieri l’obiettivo di piena occupazione era funzionale al consenso del sistema, ora non più”, di nuovo: esatto. Non ve n’è più bisogno. Che bbor di’?? Vuol dire questo: che il System può funzionare anche senza la piena occupazione scopo sistemico è che funzioni e funzioni sempre più e s’espanda sempre di più. Come lo fa non una priorità sistemica. Qui – usa dirsi, e famose ‘na risata – deve intervenire la “poliiiitica”, che assomiglia alla frase di Adorno “L’invidia degli dèi sopravvive agli dèi”, l’invidia per il perduto – per sempre – potere “autonomo” della politica gli è sopravvissuta. Ma non porta a niente.
      ‘Il ritorno dei nazionalismi è infatti una maschera per il ritorno di quei settori dell’economia “reale” che stanno venendo fagocitati dal sistema di scambio virtuale e simulato di oggi’, di nuovo: esattissimo. Ed è peggio, perché vorrebbe ricostruire il patto andato in frantumi per **certi** gruppi nelle “nazioni” e in alcune “nazioni” solo. Questo vorrebbero.
      “Ma come imbriglio il sistema bancario, costringendolo ad esempio a eseguire un ordine o una manovra che vada in senso dirigista a discapito della finanza? Per questo c’è bisogno necessariamente della sponda politica, che per quanto spogliata potrebbe ad es. con il ricatto di non ricapitalizzare in caso di necessità, costringere l’asse finanziario se non altro a concedere una tregua”, certo: in “soldoni” (di cacio), questa era l’idea dici a nove anni fa ….
      So di Cacciari al Pd, ho seguito l’ultima sua conferenza a Scienze Politiche, queste erano idee che si dibattevano **anche** con lui vent’anni fa, appunto. Salutandomi m’ha detto: Ehilà, come dire “chi non muore si rivede”, ma il punto – vero – è stata - **ed è**, il che è ancor peggio – la totale sordità della “poliiiitica” verso qualsiasi – e dico qualsiasi – tema che sia un po’ più essenziale, che non si soffermi su come si veste un candidato o nel seguire la moda di turno o lo strillo del momento. ‘C’è anche da riflettere che questo scontro tra politica, economia e società civile non ha tanto senso, perché si indebolisce l’anello esterno della società, mentre il cerchio più interno che ora ha in mano il potere decisionale, i sopracitati “Giganti della Tecnica”, non ne vengono scalfiti. Anzi, si vedono fatto il lavoro sporco (che poi contribuiscano pure, è altro discorso). Che poi, in realtà, non è affatto vero che siano loro il cerchio più interno...’ Appunto …




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  2. Lo stato attuale delle cose è pessimo, la legge di gravità funziona sia in ambito corporeo che sociale, e si è ad un livello pietoso, mascherato – ma qui è il “succo” dell’**illusione moderna**, dell’illusione che il “moderno” per sua natura **è** – dall’attivismo tecnico ed economico del “barbaro vitale” (Aurobindo), iper attivismo che, però, nulla può sui meccanismi sostanziali. Anzi, spesse volte li peggiora. Siam ad un dipresso di ciò ch’è già successo tante volte: i popoli cosiddetti “primitivi” sono in realtà, spesse volte, **residui** di antiche civiltà come ben comprese P. Fawcett a riguardo dell’Amazzonia centro meridionale. Dunque i cataclismi son già ora, “hic et nunc”, la modernità stessa **è** un cataclisma, non si chiedan quindi alluvioni e catastrofi, peraltro distribuite a piene mani, senza che niente di particolare accada come reazione, in una ben poco estetica anestetizzazione collettiva che sembra l’effetto dell’ipnotismo del serpente sulla sua preda (il che rimanda ad “energie **sottili**” particolari e qualche “hint” vi è sul blog, a tal proposito, inutile ripetersi, poiché quanto evidente per alcuni, per la grande maggioranza rimane oscuro per quanto se ne parli); cf.
    http://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/08/in-attesa-di-peste-terremoti-eccetera.html


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    1. Questo **non significa** che quanto sostenuto nel 1999 non contenga una buona idea, è vero, invece, il contrario, rimane ottima.
      Il problema è la bassa qualità del dibattito contemporaneo, che non permette a fattori “altri” di poter intervenire in concreto, e chiude tutto in circoli viziosi. Come fare sempre gli stessi percorsi mentali. Chiaro che non vi è uscita.




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  3. Grazie dei commenti. In effetti è evidente che anche all'interno delle "contro-élite" non si stia facendo altro ormai che aspettare il completamento della grande dissoluzione. Ormai infatti il processo è irreversibile in ogni piccolo angolo.

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    1. Ed è così, si cerca di “tirare avanti” certi “equilibrati squilibri” per il maggior tempo possibile, per quanto – essendo, tali equilibrati squilibri, basati su delle “pompe di scarico contrasti e problemi” ed essendo tali “pompe” sempre più intasate – la cosa non può durare per sempre. Ma proprio per la legge inevitabile della mutazione, del mutamento.

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  4. Non so se hai visto ieri dalla Gruber su La7, la sera, c’era anche Cacciari, che non può esser tacciato di particolare antipatia per questo governo. Ebbene, si arriverà – non sarà quest’anno, forse neanche il prossimo, ma ci si arriva: il rischio è reale e **non** per l’ “Europa”, che è un fantasma, e lo è sempre stato (son sempre stato avversario dell’Europa com’è stata fatta e dell’Euro in particolare, ho rimesso in circolo vecchio materiale della fine degli anni Novanta **per questa ragione** ma non ho niente a che spartire con i fantasmi del neonazionalismo – ad una patrimoniale, in un modo o in un altro, anche con la clausole di sicurezza varie, cose arcinote, e tutt’altro che un cambiamento, è già successo nel 2011, però allora erano i debiti sovrani al centro, mentre oggi lo sono i debiti **privati** … ci meditino su i residui di classe media italiota, se hanno ancor un micro briciolo di mero, piatto buon senso …
    E questo è quanto, come suol dirsi. Chi ha qualche residuale briciolo di buon senso che pensi al vecchio scritto del ’99, come canovaccio, ovviamente, nulla si può ripetere uguale: quel che conta è la similarità d’intenti ed obiettivi.


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  5. A riguardo della cosiddetta Euxit, comunque qualcosa di più si è esaurito, cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/and-so-nwo-is-definitively-over-sonido.html

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