venerdì 30 giugno 2017

Lo strapotere del potere

Viviamo in un’epoca in cui il potere è totalmente ostaggio delle forze più vicine all’istintualità pura. Queste sono le circostanze (“shi” in cinese, che significa anche potere, cfr. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/05/shi-il-poterecircostanze-dallintro-di.html) in cui ritroviamo ad agire, e non possiamo non prenderne atto. Ciò significa, ad esempio, che ingenti transazioni finanziare possono “attraversare” soltanto quei “medium” che nelle loro finalità concorrono a far discendere verso il Basso lo “stato del mondo”, come si dice in statistica.
La natura inferiore dell’uomo si può rappresentare, come è ben noto, in tre livelli: mentale, emotivo e fisico. L’ultimo è il livello istintuale, quello che condividiamo con gli animali e che, se l’uomo si riduce unicamente a esso, lo fa divenire bestia, in quanto l’uomo non è appunto riducibile alle sue funzioni biologiche. Ora, volendo fare un esempio molto pratico, come mai l’agente di borsa guadagna di più di un letterato? Il primo è un tipo umano che spenderà tutte le sue energie nel soddisfare i suoi desideri, la sua parte istintuale. Spesso ha una vita emotiva repressa e una mentale assente (quella spirituale non la concepisce proprio, ma non diversamente, beninteso, dai suoi opposti “uomini di cultura”...). Questo tipo oggi ha il favore delle circostanze, a causa delle “dimensioni qualitative del tempo” (cfr. il capitolo de “Il Regno...” di Guénon) in cui ci troviamo.
Un letterato invece, che vivrà di più nella sfera mentale, rinuncia a una parte di questo “potere vitale” in cambio della soddisfazione del sentirsi parte di un mondo più raffinato, magari facendo parte di qualche associazione culturale o lavorando in una casa editrice, cosa che non è di certo remunerativa. Anche chi predilige (non che ci sia veramente libertà di scelta, la natura qui impera) vivere nella sfera emotiva può trovare diversi ostacoli; qui il punto è particolare, perché ad esempio un musicista o un attore, operando in questo campo, può ritrovarsi ad essere uno straccione oppure (in rarissimi casi) “attingere” a un serbatoio spropositato: questo a causa della “lunarità” caratteristica delle emozioni e dei sentimenti, che si riflette in una portata più ampia, e al grandissimo ruolo che hanno oggi le emozioni del dirigere le masse.
È evidente che se le le “forze vitali” oggi scorrono verso il Basso e promettono molto a chi sceglie di farsi trascinare da esse in cambio di una breve notorietà su questo palcoscenico – “l’ambizione fa più danni di un elefante imbizzarrito” avrebbe potuto dire Buddha – nessuna possibilità di uscire fuori da questo quadro è possibile con i mezzi della vita ordinaria. Nessun movimento o ribellione: ribellarsi è giusto, ma non basta (cfr. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2017/06/roma-ermetica-3-passando-per-caso-in.html#comment-form).


C’è di più oltre questi dominii della natura inferiore? C’è di più, c’è di più...

12 commenti:

  1. Ovvio che c’è di più ... ma le circostanze-potere (“shi”) hanno il vero potere sulle cose - e le circostanze sono avverse alla consapevolezza che sarebbe necessaria per comrpendere (**davvero**) come stiano le cose, cioè come dici tu, le cose son infatti come dici tu, il dominio delel forze inferiori ...






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  2. Esatto le “dimensioni qualitative del tempo”, oggi sono a favore dei “typi” inferiori, epperò a volte piove ..., a volte i progetti, **anche** di questo genere di persone, falliscono ...

    Aggiungi questo fatto: **oggi** ‘l’ “appello della storia” è quello di ordinare il mondo, ma qui si è verificato un fallimento totale’ (cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.it/2017/07/per-la-presentazione-del-primo-numero.html).

    Il mondo dei broker - per sua **natura** - è totalmente, ****totalmente** incapace** di dar ordine ad una cosa qualsiasi, una **quasiasi** cosa.

    Di qui una crisi esiziale di questo mondo, ingovernabile, sennonché le **circostanze (che sono anche il **potere** vero = “shi”)** sono favorevoli ancor a lui, al borker “et similia”, poiché tutti gli altri, non solo i “culturali”, ma pure, se non **soprattutto**, gli “spirituali”, versano in una fase così di **bassa** marea, che non sanno in alcun modo intervenire per **proporre** un qualcosa, una **qualsiasi** cosa.

    Ed ecco che si è verificata quel cosa che “non si è mai verificato prima” di cui parla il noto passo del “Vangelo di Matteo”, come di altri Vangeli. Quel vuoto che viviamo, eccolo. Infatti, in altre epoche, **nonostante** crisi certo **gravissime**, comunque **c’era qualcuno**, comunque **c’era qualcosa**, comunque **c’era qualche “ideale” che aiutasse** gli “uomini di buona volontà” a “non perder il filo”, il “fil d’Arianna” che salva dai “labyrinthi” della follia umana ...










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  3. Siamo senza dubbio in un “sinistro carnevale perpetuo” (R. GUÉNON, “Sul significato delle feste ‘carnevalesche’”, oggi in “Simboli della scienza sacra”, Adelphi, Milano ***1975***, pp. 132-135; per l’esattezza, la frase è: “… il disordine ha fatto irruzione nell’intero corso dell’esistenza e si è a tal punto generalizzato da far sì che noi viviamo in realtà, si potrebbe dire, in un sinistro ‘carnevale perpetuo’”, ivi, p. 135). Verrebbe da chiedersi cosa ne penserebbe oggi … Ma non è la cosa più grave: la cosa più grave si è che c’è chi ripete a pappagallo, come quasi nulla fosse successo nel frattempo. Certe cose “tradizionalistiche” potevano anche aver un loro senso “illo tempore” – ma già, ne “Il Regno della Quantità”, Guénon, dal buon naso, aveva preso le distanze da loro -, **non** nel 2017. E a poco serve la solita, stantia polemica su chi “è nel giusto”, sui “patentini”, guardate che ha “toppato” la gente col “patentino”m, altro che i “new-agers” – che sappiamo chi erano e chi sono: si tratta d’illudere la gente, dormite bene gente!! Ben altri han fallito, ed occorre davvero essere spietati nel tracciare le responsabilità di un affondamento di tal fatta. Se affonda una grossa nave, non è affatto detto che il comandante o i comandanti abbiano la fedina pulita, mica è detto; certo, ci possono essere della fatalità, ma la vicenda della “Crisi del mondo moderno” (R. Guénon) è stata ed è **tutt’altro** che una “fatalità”, anzi, ha invece molti padri, ed è stata generata da e in un’ammucchiata spaventevole.

    I carnevali, le feste del genere, stancano, esauriscono energie senza portare a niente. Si verifica, dunque, uno stato di esaurimento generale delle energie, di abulia diffusa, di sonnambulismo indotto ed accettato che è, precisamente, lo stato in cui versiamo, riversi e proni.
    E quanto può durare uno stato, senza dubbio, di “abiezione”, come quello in cui si versa? E ci si riversa? “Sine die”, in teoria senza fine, per due motivi: 1) è uno stato **inerzile**, e 2) quando t passi dal legno alla cenere dopo averlo arso, è chiarissimo che la cenere può durare indefnitamente di più del legno. Qual è – senz’accento – la differenza?? Che il legno è **vivo** e la vita è “volatile”; quando dal legno passi alla cenere per arsione, la parte “volatile” è stata liberata: ne rimane il “residuo secco”, per usar termini afferenti alla “mondezza”, quest’oro dei “nostri” famosi tempi d’oscuri tenebrosi lumi null’altro illuminanti che la propria tenebra per mezzo d’un sinistro chiarore allegro. Ma d’un’allegria triste, allergica, seppur sinergicamente onniavvolgente …

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    1. Ma d’altro conto, che una via del genere potesse portare l’umanità in un vicolo cieco, fu capito da Guénon “illo tempore”, cf.
      http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/05/una-frase-di-guenon-da-studi.html.
      Attenzione che son frasi del 1930, mentre quelle sul “carnevale perpetuo” son del 1940, giusto ieri … Le seconde frasi chiariscono che Guénon stava elaborando “Il Regno della Quantità”, e, dunque, un cambiamento profondo delle sue vedute: per esempio, “l’Anticristo”, sino a quel momento, era una presenza fugace, per poi, al contrario, divenire centrale nella sua Opera. Qualcosa cambia in Guénon, ovvio, e qualche biografia recente (e ci fa piacere, ma per chi scrive la cosa è una mera **ovvietà**) tenta di riscoprire il Guénon **reale**, diverso da quello “fissato” – e ci si ricordi qual “dio” fissa … - dai suoi veri o **presunti** seguaci, i soliti “tradizionalisti” che vogliono l’ “imprimatur” anche solo per muovere un dito: il mondo non funziona così, e neppure la “Traditio”, i mondi **davvero** “tradizionali” non avevano affatto questa visione “intoccabile” ed “aulica” della tradizione stessa che, per loro, era la **vita**… dunque vi era una relazione di “contiguità”, di **vicinanza** come con una lingua materna, non come con una lingua straniera, da impararsi con difficoltà …

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    2. E noi? **Ora**? Certi cambiamenti son avvenuti, certa gente sembra davvero come quei politici che vivono in “bolle” di pensiero artificiali – ma la nostra, essendo epoca della “simulatio”, consente queste cose, per cui vivono bene … - e non si può tornare indietro; il legno è cenere, ormai ed or sempre … Questi vivono bene, buon per loro, diversamente da chi è consapevole della **differenza** tra la simulazione e la cosa. Ma pagano dazio, eh sì, come la politica di oggi, che produce tonnellate di parole, ma scarsissima reale azione incisiva ed incidente sulle cose, quanto a loro, incidentate ormai. Ed anche un po’ dentate, addentate dal potere, che è “altrove”, per tornare ad oggi, l’arroganza di queste forze che, nelle religioni ormai auto referenziali, nella filosofia chiusa nei suoi steccati, nella politica impotente, nell’economia divenuta discorso veritativo … Il potere vero, è “altrove”, ma il punto è che c’è qualcosa che va oltre l’umano, in un affondamento di tale amplitudine, e globale. Non esserne consapevoli, porta fatalmente al fallimento. Da parte “nostra”, manca **del tutto** il potere, qualsiasi potere, anche mini minimo.

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    3. Certe illusioni hanno contribuito, non poco, a portarci là dove siamo. Si può citare un vecchio libro, J. CAGE, “Per gli uccelli, Conversazioni con Daniel Charles”, Multhipla Edizioni, Milano **1977**, libro peraltro interessante, ma ecco le illusioni. Per esempio, Cage si ritirò a Stony Point (un’ora e un quarto da New York City, sulle montagne) per a cerca dei funghi, creando quelle piccole comunità utopiche che son fallite, non tanto in se stesse, ma per la noia spesse volte, nelle quali si rifiutava la proprietà (suona familiare?), e poi son venuti gli Anni Ottanta, il cosiddetto “ritorno” ai cosiddetti “valori”: imparare dagli errori del passato, please … Bene, Cage si fa molte illusioni su B. Fuller e sulla “tecnologia che salverà il mondo”, illusione vecchia, peraltro, “la scienza moderna e la ‘spiritualità’ che si riconciliano” (suona familiare?) … Secondo lui si doveva andare oltre la politica ed anche l’economia, ivi, Conversazione Ottava, pp. 214-215, il che mi ricorda quella “canciòn”: “Sweet Dreams Are Made of These” … Chiariva Cage in nota che, per politica, intendeva l’esercizio del potere – lui si poneva tra Zen ed anarchismo – e, per economia, intendeva **il denaro**, il suo uso, la sua forza d’influenza, il suo potere insomma.
      Tra l’altro, afferma delle cose interessanti – che ci fan capire il punto – a riguardo delle carte di credito, che in America si stavano diffondendo già in quel periodo, come oggi da noi – il che dimostra che è un **modello unico** -, e la cui diffusione, secondo lui, avrebbe contribuiti ad allontanarci dal denaro e dalla sua nefasta influenza, ivi, Decima Conversazione, pp. 252-253 … critica “morale” del capitalismo, un’altra versione rispetto a quelle dominanti oggi, ma siamo lì … certo che ci allontana dall’uso del denaro, ma sempre mantenendo le finalità del System, dunque non è un cambiamento che possa mettere kappaò il System stesso …

      A tali affermazioni, Cage ne faceva seguire un’altra: “Il capitalismo non attenderà i rivoluzionari per crollare …”, ivi, p. 252. Il capitalismo non ha certo atteso i “rivoluzionari” – veri o **presunti** che fossero – per ***durare***, e può durare “sine die”, in una sineddoche sincopata ma simultanea, sincronicamente affetta da una sindrome singolare, proiettata in un sipario sinuoso come una sirena con in mano una siringa di Pan senza formaggio, a luglio col loglio: a questo punto attenti al capodoglio, attenti a Moby Dick, può speronare la nave …
      In una parola: il System può perdurare “sine die”, distrugge tutto nel suo movimento costruttivo incontrollato (il “cancro” questo è, poi, crescita incontrollata di un qualcosa che non rispetta più l’armonia dell’intero corpo), e i fattori interni di dissolvimento – che ci son, oh se ci sono!! – son insufficienti a provocarne il crollo. Vi è la “pompa di scarico contraddizioni” che funge da valvola i sicurezza systemica infatti …
      Bisognerebbe scassare ‘sta “pompa”, insomma e differenza?? Beh sì … ma manco la vedono, manco ne concepiscono l’esistenza … dove vogliamo i’ …
      Deve intervenire “altro”, sennò la “polverizzazione” IN e di CUI VIVIAMO (GUÉNON, “Il Regno …”) è insufficiente a far crollare il System; non solo questo, ma è uno stato “cinereo” e “cinerino” che, come sgualcito grezzo lino, può perdurare “ad libitum”, come dicesi nel linguaggio musicale …




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    4. In una parole, volendo sì synthetizzare, ma **senza** semplificar troppo, senza quei “semplicismi” orrendi del “nostro” tempo: **lo strapotere del potere non fa che denunciare la sua impotenza**, impotenza profonda e strutturale.

      Nessuno che dica: ma la modernità non ci stava per “risolvere i problemi dell’umanità”? E li ha risolti o li ha aggravati? Domanda retorica, ovviamente ...

      Si parla qui della modernità “tour court”, **non** di “destra” o di “sinistra”, della **modernità** come tale; ed inneggiare al Duce o sognare “when the things were going on” significherebbe non capire che il fatto che “the things are going down now” è contenuto **inevitabilmente**, **necessraiamente**, **irreversibilmente** nel “when the things were going on”; non puoi difatti prendere il biglietto senza accettare che il treno vada dove va, non puoi agire (o **essere** agito ...) senza prenderti le conseguenze del tuo agire stesso, **tutte** le conseguenze, nessuna esclusa. Chi non capisce questo, è, e sempre sarà, un fanciullo mentale; e, di questi tempi, con gli squali che giran dappertutto, con dei mezzi di influenza di massa così potenti, rimanere un ingenuo, **mentalmente** parlando, chiaro, può rivearsi pericolosissimo ...
      per la propria anima ...











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    5. Ieri (l’11), per vari motivi, passeggiata dalle parti di Nola e quindi vicino al Vesuvio: un incendio incredibile, pareva che il Vulcano stesse eruttando … certo, aggravanti locali – Campania, Sicilia, Calabria: si sa … -, eppur non solo qua, anche la California ed altri paesi sono in piena emergenza incendi, se la “situazione” non desse a certa gente il potere di far danni, ne farebbero così tanti … domanda retorica, ovvio.
      Ma ecco il punto: gente che non sa risolvere questo genere di problemi **amministrativi**, come può afferrare la politica in senso superiore … di nuovo, domanda retorica ... Non scherziamo! Non scherziamo, per favore!
      Non hanno alcuna soluzione, laddove il modello tecnocratico – a sua volta **inevitabile** esito del capitalismo, a sua volta necessario sbocco del dominio del borghese, iniziato con la parte finale del Medioevo (**non dimentichiamocene mai**) – è in crisi, esiziale, finale, come si vede **non** da “asteroidi” cose simili, ma dal semplicissimo constatare che non sanno affrontare le cose più sciocche, le cose meramente amministrative, non sanno che pesci pigliare letteralmente, e l’abbiam detto più volte.
      Ricordo un passo da “Patton, il generale d’acciaio”, quando il generale in questione dice: “Sai da cosa vedo che i tedeschi sono alla fine? Dal fatto che i loro panzer han sempre meno carburante”. Allo stesso modo, tu vedi che ‘sto System è alla frutta, se non al dolce, dal fatto che cose **minime** non sono governate, altro che l’immigrazione di massa … Dalle piccole cose vedi che sono in piena crisi, anzi, già superata la crisi, le strade abbandonate, plaghe di abbandono e di mondezza delle quali si può solo dire che si rinuncia a dir qualcosa, e da quelle parti, sulla via del ritorno, ce ne sono di zone che ricordano non già “The Waste Land” di T. S. ELIOT, ma una frase di “The Hollow Men” (ID.), “This is the dead Land”, terra morta … Come dicevano i videogame: “GAME OVER” … E, al di là di un pastrocchio di coalizione per fermare l’Isil Daèsh, ed aver impestato i mercati di liquidità, le mosse che hanno in mano si riducono a ben poco, ormai. Al massimo, si può continüare ad impestar ed imprestar soldi a iosa.




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  4. Ottima integrazione, in perfetta linea con l'hangout di ieri.

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