Da un passo di Umano, troppo Umano (#475, cap. 9) di F.
Nietzsche, profetico visto che è del 1878:
“Il commercio e l’industria,
lo scambio di libri e di lettere, la comunanza di tutta la cultura superiore,
il rapido mutar di luogo e di paese, l’odierna vita nomade di tutti coloro che
non posseggono terra – queste circostanze portano necessariamente con sé un
indebolimento e alla fine una distruzione delle nazioni, per lo meno di quelle
europee; sicché da esse tutte, in seguito ai continui incroci, dovrà nascere
una razza mista, quella dell’uomo europeo. Contro questa meta opera oggi,
consapevolmente o inconsapevolmente, l’isolamento delle nazioni dovuto alla
fomentazione di inimicizie nazionali,
ma lentamente quel mescolamento fa lo stesso il suo cammino, nonostante le
temporanee correnti contrarie: questo nazionalismo artificiale è del resto
tanto pericoloso, quanto lo è stato il cattolicesimo artificiale, giacché è
nella sua essenza uno stato d’emergenza e d’assedio, che è stato proclamato da
pochi su molti, e ha bisogno di astuzia, menzogna e violenza per mantenersi in
credito. Non l’interesse dei molti (dei popoli), come ben si dice, bensì
innanzitutto l’interesse di determinate dinastie regnanti e poi quello di
determinate classi del commercio e della società, spingono a questo
nazionalismo; una volta che si sia riconosciuto ciò, bisogna dirsi francamente
solo buoni Europei e contribuire con
l’azione alla fusione delle nazioni: alla qual impresa i Tedeschi possono
collaborare con la loro vecchia e provata qualità di fare da interpreti e da mediatori dei popoli”.